Resumo

La presente ricerca presenta una breve nota sull’evoluzione epistemologica della disciplina ancella dell’educazione, ossia della pedagogia. Essa, nella società complessa, rappresenta la sintesi della formazione umana e propone modelli rispettosi dei diritti umani e della dignità della persona. Gli ambiti maggiormente d’interesse sono sia quelli generali della tensione al bene comune e alla felicità sia quelli prettamente sociali della postmodernità con interesse per gli aspetti motorio-sportivi. La pedagogia generale si delinea e sostanzia grazie all’epistemologia e, per mezzo di questa, si diversifica in base agli strumenti, ai mezzi e agli studi che compie. I settori d’indagine pedagogica così derivati sono tenuti a strutturare e ad attivare azioni educative comuni e rispondenti alle necessità sociali e a quelle del singolo educando. Lo studio della formazione come dimensione sociale, poi, è sì affrontato da tutte le scienze interessate all’uomo, ma la pedagogia, precisandosi in ordine alla propria consistenza ermeneutica, approfondisce tematiche relative allo spazio interumano e sociale, tanto da agevolarne già la descrizione. La pedagogia sociale, però, non opera soltanto osservando o descrivendo la realtà, ma analizza i mutamenti sociali nella comunità educante così come nella quotidianità. Proprio per tale ragione questa forma di pedagogia partecipa non poco alla costruzione di base della personalità dell’educando, al consolidamento e al completamento di essa in prospettiva del bene individuale, sociale e universale. Per mezzo delle tematiche trattate dalla pedagogia sociale, nelle collettività, s’individuano nuovi bisogni educativi, nuove entità da educare e nuove agenzie educative da cui far fluire interventi pedagogico-educativi sempre più orientati verso scopi maggiormente distintivi e specialistici. Ci si riferisce, qui, all’opportunità di riflettere sul ruolo della pedagogia applicata allo sport ovvero il ruolo che tale disciplina dovrebbe svolgere all’interno delle attività sportive. Nella società della postmodernità la vita e le pratiche sportive rinviano a una sòrta di protagonismo e cultura del corpo, da leggersi quasi in chiave assoluta. Le ricerche in campo pedagogico ed educativo, infatti, tracciano un profilo di una società abbastanza instabile, sia a livello familiare – con fratture intergenerazionali e distanza crescente dall’impegno civico e sociale dei consociati – sia a livello di esperienze interumane. La conseguenza di ciò è l’aumento della povertà relazionale tra gli uomini. L’impegno della società nell’educazione, specie dei minori, perciò, deve assume valore fondamentale perché ri-organizzare e ri-educare le comunità educanti al senso dell’umano – quasi del tutto scomparso – deve essere l’obiettivo per avvicinare l’uomo a se stesso, al fine di raggiungere il bene comune, la felicità, lo star bene attraverso l’attività motoria e sportiva considerata non obiettivo di vita, bensì elemento attraverso cui liberarsi dell’apparenza e conquistare il ben-essere.

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